AUTOMATISMI VS CONSAPEVOLEZZA

AUTOMATISMI VS CONSAPEVOLEZZA

Per riconoscere qualcosa al buio, accendiamo la luce. Anche nel nostro viaggio evolutivo abbiamo una luce ferma a guidarci. Ciò che ci consente di accendere la luce nel momento in cui poniamo lo sguardo verso l’interno è la “consapevolezza”, termine apparentemente semplice, ma che merita una spiegazione oltre il significato che comunemente le attribuiamo.

La consapevolezza è una funzione mentale che ha una straordinaria proprietà. Tutto ciò che viene illuminato dalla consapevolezza evolve infatti maniera naturale. La consapevolezza attiva le nostre intelligenze e risorse interne permettendo a ciò che entra nel suo raggio di azione di riorganizzarsi e di trovare spontaneamente nuovi equilibri. Questo processo è fondamentale perché permette di liberare energie che erano rimaste bloccate o impegnate in scopi difensivi. Ritornando all’esempio precedente, quando diventiamo profondamente consapevoli dei meccanismi che ci proteggono dall’intimità con un’altra persona, mettiamo in moto un processo di trasformazione naturale che ci porta ad abbassare le difese e ci permette di sperimentare nuove possibilità di relazione.

Attenzione, però: la consapevolezza non è conoscenza mentale di qualcosa. Appartiene infatti a una sfera più alta di quella cognitivo-razionale. È la percezione di sé, del mondo interno, ma anche del mondo esterno, in una modalità che abbraccia contemporaneamente le dimensioni sensoriale, emotiva, mentale e, in un certo modo, spirituale.

Come probabilmente hai scoperto anche tu nel tuo percorso, conoscere razionalmente le cause delle proprie difficoltà non le trasforma affatto. È solo quando raggiungiamo una consapevolezza più profonda che qualcosa dentro si muove. Per capire meglio cosa significa essere consapevoli, partiamo dal suo opposto: l’azione automatica. Ogni volta che ripetiamo qualche schema comportamentale senza prestare attenzione stiamo utilizzando un automatismo.

Gli automatismi sono comportamenti che abbiamo imparato a utilizzare nel passato e che oggi ripetiamo ogni qualvolta la situazione lo richiede senza bisogno di utilizzare la parte consapevole della nostra coscienza. Nell’applicazione di un automatismo, infatti, possiamo essere efficienti pur con un basso investimento energetico. Pensa ad esempio a quello che succede quando guidi. Freno, frizione, cambio marce, all’inizio presti grande attenzione a ciascuna di queste azioni e cerchi di coordinare i tuoi movimenti concentrando la tua consapevolezza su quello che stai facendo.

Dopo i primi mesi, però, tutto diventa facile, guidi bene e non devi più pensare a come muovere i piedi sui pedali durante una curva. Lo fai e basta. Ti appropri di una tecnica base, “come guidare la macchina”, e la replichi in modo automatico, senza dover più porre tutta la tua attenzione su ogni singola azione. E allora riesci a fare altre cose mentre guidi, come conversare con chi ti sta a fianco, seguire una trasmissione alla radio, canticchiare la tua canzone preferita, ripassare la lista della spesa e così via. Puoi cioè spostare la tua attenzione, e quindi la tua energia, su altro, perché guidare la macchina è diventato un automatismo.

Ebbene, così come avviene per la guida, allo stesso modo anche in altre situazioni della tua vita mentale ed emotiva spesso replichi comportamenti automatici. Gli automatismi sono molto preziosi perché ti permettono di ridurre il carico dei processi mentali dell’attenzione e della concentrazione, facendoti risparmiare tempo ed energia e permettendoti di aumentare l’efficienza di quello che fai. D’altra parte, però, gli automatismi limitano le tue possibilità di evoluzione, perché quando sei nell’automatismo non hai alcuna possibilità di apprendimento, di trasformazione, di miglioramento di quello che stai facendo.

Per tutte queste cose hai infatti bisogno di attenzione e consapevolezza, che attiveranno dentro di te l’intelligenza necessaria per comprendere come fare meglio quello che stai facendo. Da un certo punto di vista, quando sei nell’automatismo non fai nemmeno esperienza della vita. Fai, ma non ti accorgi di fare. Vivi, ma non ti accorgi di vivere. Non sei tu a fare e a vivere, è il tuo pilota automatico. È come se stessi dormendo. In effetti stai dormendo.

Il mistico G. I. Gurdjeff diceva spesso che l’uomo dorme e solo grazie al “ricordo di sé” può uscire da questo stato di addormentamento e iniziare a vivere. Agire e pensare in maniera consapevole permette invece di apprezzare la fragranza della vita. La assapori davvero e sei in grado di riconoscere cosa va cambiato, evitando di agire in maniera meccanica.

La consapevolezza è dunque un pilastro fondamentale del modello evolutivo che ti stiamo proponendo. Ciò che devi sapere è che la consapevolezza richiede grandi quantità di energia. Non è gratis. Essendo una funzione molto elevata e complessa, per poter fare il suo lavoro deve essere continuamente alimentata.

Il modo in cui i diversi centri – fisico, emotivo e mentale – lavorano per alimentare i livelli di energia necessari allo sviluppo della consapevolezza sarà descritto nei prossimi capitoli. Quello che per ora devi sapere è che energia e consapevolezza vanno a braccetto. L’una alimenta l’altra. E quando parliamo di energia non abbiamo in mente qualcosa di esoterico e soprannaturale, ma qualcosa di molto concreto.
L’energia, come da definizione del dizionario, è l’attitudine che un sistema ha di compiere un certo lavoro.

Se c’è energia disponibile il sistema può lavorare, se non è disponibile il lavoro non sarà possibile. Per il nostro sistema fisico il lavoro è rappresentato dalle azioni che è in grado di compiere, per il sistema emotivo dalle emozioni e i sentimenti che è in grado di sperimentare, per il sistema mentale dai pensieri che può intercettare. Più è alto il livello di energia, più raffinato sarà l’esito del lavoro.

La consapevolezza è una funzione molto raffinata del nostro sistema mente-corpo-anima, ed è per questo che richiede molta energia disponibile. In un sistema il livello di energia rimane più o meno sempre quello, il punto è se questa è disponibile o se è bloccata o impegnata da qualche altra parte. In altre parole, l’evoluzione è possibile se c’è più energia libera in sovrabbondanza che permetta al sistema di evolversi. Se non c’è abbastanza energia, dovrai quindi conservare le risorse a disposizione e per farlo resterai in modalità di sopravvivenza.

In maniera naturale, invece, se dai attenzione a quello che fai e guardi alle tue azioni in maniera consapevole, da un lato le tensioni che inevitabilmente si saranno accumulate in una parte del tuo corpo si scioglieranno e dall’altro permetterai al tuo sistema complesso di organizzarsi secondo un equilibrio diverso. Le energie, insomma, saranno nuovamente libere di essere reindirizzate verso scelte consapevoli e tu potrai finalmente abbandonare campi di battaglia in cui l’unico a combattere sei rimasto tu.

Tratto dal libro BLOOM. Fiorire con le Intelligenze Evolutive​​