EMOZIONI: SCOPI EVOLUTIVI
L'INTELLIGENZA MENTALE INFERIORE

EMOZIONI: SCOPI EVOLUTIVI
L'INTELLIGENZA MENTALE INFERIORE

L’intelligenza mentale, detta anche mentale inferiore (per distinguerla dall’intelligenza del quinto livello che è detta anche mentale superiore o creativa), permette la comprensione della realtà attraverso la componente intellettuale e cognitiva. È la capacità di riflettere e analizzare ciò che accade nel mondo e nella nostra vita per capire come comportarsi nelle diverse situazioni, per risolvere i piccoli problemi quotidiani e per poter prendere delle decisioni.

Si sviluppa quando siamo piccoli, dai due anni circa fino all’adolescenza, grazie all’educazione che riceviamo. In questo periodo, i genitori, la famiglia, la scuola e la società, presentano il mondo al bambino e gli mostrano in che modo farne parte. L’assorbimento della cultura e della educazione gioca un ruolo fondamentale nella strutturazione di questa intelligenza. E' proprio in questa fase che vengono create le principali griglie di interpretazione e di comprensione della realtà. Questa costruzione avviene principalmente attraverso il processo educativo e ogni bambino capisce cosa il suo gruppo sociale ritiene giusto o sbagliato, secondo un gioco di equilibri basato sull’alternanza binaria di approvazione e disapprovazione.

Questa intelligenza comincia a strutturarsi grazie ai “no” che il bambino riceve dal suo ambiente sociale di riferimento. Il “no” è infatti il primo organizzatore dell’intelligenza mentale di base che inizia a scindere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, ciò che è buono da ciò che è cattivo. L’intelligenza mentale è dunque un’intelligenza binaria, molto semplice, che ti tiene all’interno della cultura del gruppo. Da un certo punto di vista possiamo dire che è il risultato dell’interiorizzazione delle regole sociali esterne. E in questo processo si costruisce l’Io e si forma il carattere dell’individuo.
L’intelligenza mentale ha quindi una funzione adattiva che permette di comprendere e rispettare le “regole del gioco” sociale e culturale. Anche questa terza intelligenza, dunque, come le prime due, ha come obiettivo la nostra sopravvivenza, intesa qui come sopravvivenza “sociale”, ovvero comprensione delle regole culturali da rispettare per poter essere parte della società. In epoche primitive, il mancato rispetto delle regole della tribù o del clan era sanzionato con l’esclusione e l’espulsione dal gruppo sociale, mettendo in grave pericolo la vita di chi veniva bandito, che difficilmente poteva trovare il modo di sopravvivere ai pericoli esterni senza il supporto del gruppo. Nel corso dei millenni questa dinamica si è molto ammorbidita e oggi le nostre società aperte sono molto più flessibili, ma il retaggio e la memoria di questi meccanismi sociali opera ancora fortemente dentro di noi.

L’intelligenza mentale inferiore, avendo come obiettivo evolutivo fondamentale l’accettazione e l’accoglimento dell’individuo da parte dell’ambiente, è quella che ci spinge al conformismo e alla adesione alle regole precostituite. A questo livello, quindi, la paura fondamentale è quella di sbagliare, di non fare la cosa giusta e di subire la critica e il giudizio, di non essere abbastanza e quindi di non essere accettati dal gruppo sociale di riferimento.

La preoccupazione e l’angoscia che bambini e adolescenti hanno per essere riconosciuti e accettati dagli altri sono legate a questi fenomeni. L’Io ancora fragile si protegge attraverso il riconoscimento del gruppo sociale. Non è un caso che il bullismo si manifesti così fortemente a scuola, il luogo che viviamo di più durante infanzia e adolescenza. Il bullismo è anche un modo per riversare le proprie frustrazioni e combattere la paura di non essere accettati.


La costruzione dell’identità e dell’Io è fortemente influenzata dall’assorbimento dei modelli educativi e culturali. Nei primi anni di vita, è dall’ambiente sociale che acquisiamo l’insieme delle convinzioni e delle credenze che abbiamo sul mondo e su noi stessi, e queste determinano chi pensiamo di essere e la nostra identità. Nel corso della vita, con l’evoluzione e la fioritura dei livelli di intelligenza superiori, abbiamo la possibilità di andare oltre queste convinzioni e arrivare a conoscerci nella componente più autentica e profonda della nostra natura. Ma nella fase di sviluppo del livello mentale inferiore non abbiamo ancora certi strumenti e siamo molto influenzati dal giudizio degli altri, soprattutto quelli a cui attribuiamo una certa importanza, come i genitori e i familiari più stretti nell’infanzia o il gruppo dei pari in adolescenza.
Tutto ciò genera in noi una grande preoccupazione intorno al nostro Io, che rischiamo di portarci dietro per tutta la vita se non facciamo un lavoro di riconoscimento e consapevolezza. Ciò che viene definito “narcisismo”, sia nella psicologia che nel linguaggio comune, ha proprio a che fare con questa preoccupazione. Quando non siamo sicuri di ciò che siamo e ci sentiamo fragili nella nostra identità, allora ci rifugiamo nella sua difesa e protezione. Questo accade ad esempio quando ci preoccupiamo solo di far riconoscere il nostro status all’interno del nostro gruppo sociale di riferimento, farci riconoscere come persone importanti da rispettare, affermare il nostro potere e ingigantire il nostro ego. Questo eccesso di difesa, però, ci fa consumare moltissime energie e non ci permette di salire ai livelli superiori, in particolare ci rende difficile aprirci alla dimensione affettiva del cuore, che, come vedremo nel prossimo capitolo, porta una enorme ricchezza di esperienze, ma ci rende anche molto vulnerabili.

Se l’Io è percepito come fragile e il narcisismo è molto attivo, l’apertura all’esperienza di relazione con l’altro diventa molto complicata. Grazie all’assorbimento dei modelli culturali, l’intelligenza mentale inferiore ci fornisce due elementi fondamentali per la sopravvivenza nella società:

• ci dà una mappa interpretativa di come funziona il mondo e quindi una base di conoscenze per prendere decisioni e risolvere problemi della vita di tutti i giorni. Ci fornisce quindi la comprensione delle regole del gioco e ci permette di aderire e conformarci al gioco;
• ci restituisce una immagine di noi stessi, la nostra identità. Ci fornisce quindi una idea di noi stessi rispetto al sistema sociale di appartenenza.

Questi elementi sono fondamentali per progredire nel nostro percorso evolutivo: senza di essi avremmo grandi difficoltà pratiche e psicologiche. Allo stesso tempo però dobbiamo sapere che abbiamo bisogno di andare oltre, altrimenti rischiamo di rimanere bloccati in una dimensione molto limitata dell’espressione umana, in una dimensione quasi meccanica, in cui il sistema di regole sociale diventa soverchiante e in cui ripetiamo costantemente gli stessi comportamenti perché sono quelli che abbiamo imparato a utilizzare e perché ripetendoli non corriamo il rischio di dover affrontare il giudizio degli altri. Per effettuare questo passaggio devi cercare di liberare la tua intelligenza mentale inferiore dai suoi principali meccanismi di resistenza e difesa, ovvero gli automatismi e le convinzioni.

Tratto dal libro BLOOM. Fiorire con le Intelligenze Evolutive​​