EMOZIONI: SCOPI EVOLUTIVI
L'INTELLIGENZA EMOTIVA EVOLUTA

EMOZIONI: SCOPI EVOLUTIVI
L'INTELLIGENZA EMOTIVA EVOLUTA

Essenza e personalità

Essenza e personalità

L’essenza è la parte più autentica, vera e spontanea che abbiamo e va protetta perché è tutto ciò che di naturale c’è in noi: i talenti, i doni, le qualità fondamentali che ci caratterizzano davvero. In qualche modo è il nostro destino, quale che sia il significato che attribuiamo a questa parola. Quando riusciamo a esprimere la nostra essenza, la vita fiorisce e siamo veramente noi stessi perché tutto acquisisce un significato nuovo, più fresco, più vivo. Ogni volta che abbiamo la sensazione che quello che facciamo è facile, semplice, naturale, e non ci costa sforzo, è perché stiamo utilizzando le nostre qualità essenziali. In altre parole l’essenza è ciò che è nostro davvero, qualunque cosa succeda.

La personalità, invece, è una costruzione successiva che si struttura dai primi momenti della vita per proteggerci da quelle situazioni esterne che potrebbero danneggiarci o farci soffrire. È fatta di tutto ciò che apprendiamo e la sua funzione principale è quella di permettere la nostra sopravvivenza psicologica ed emotiva in un certo ambiente.

La personalità è una specie di armatura, una corazza che permette la nostra sopravvivenza psicologica ed emotiva in un certo ambiente perché ci aiuta ad adattarci alle caratteristiche del sistema di cui facciamo parte e ci protegge dal dolore e dalla sofferenza che si può generare nel contatto con la realtà esterna.

Mentre l’essenza è legata alla nostra natura più profonda ed è in qualche modo indipendente dal contesto in cui ci troviamo, la personalità è una espressione diretta dell’ambiente in cui siamo nati e cresciuti, o, per essere più precisi, è l’espressione della relazione tra la nostra essenza e l’ambiente in cui siamo cresciuti.

L’essenza, dunque, nasce con noi e rimane con noi per tutta la vita, la personalità, invece, dipende dalla vita che facciamo ed è determinata dalle diverse esperienze che accumuliamo.

Le modalità con le quali trattiamo le emozioni dipendono dalla nostra personalità. Se riusciamo ad accedere allo spazio del cuore possiamo lasciare libere le emozioni di scorrere. Prendiamo il caso comune in cui la nostra componente narcisistica ci rende molto preoccupati di quello che pensano gli altri. È chiaro che questo influirà sulle nostre scelte di vita e ci porterà a fare delle cose non tanto per avere un impatto positivo sugli altri e quindi sull’ambiente esterno, ma piuttosto per essere riconosciuti e ottenere approvazione.
Se il livello del cuore è attivo e sviluppato, questa tendenza narcisistica non riesce ad agire perché, nella condizione di chiarezza emotiva che l’intelligenza del cuore ci regala, andiamo oltre i limiti della personalità. Nello spazio del cuore comprendiamo che quel bisogno di approvazione esterno è assurdo perché accediamo a qualcosa di molto più interessante.


È importante capire, quindi, che ciò che ci serviva e ci proteggeva in un certo periodo della nostra vita adesso potrebbe essere invece completamente inutile o addirittura dannoso. Se ad esempio un bambino cresce in un ambiente che ha scoraggiato in lui l’espressione delle emozioni, per adattarsi al meglio a questo ambiente imparerà a trattenere dentro di sé le emozioni. Una volta adulto, continuerà a trattenere le emozioni, verrà magari etichettato come un “duro” o un “anaffettivo”, e potrebbe avere difficoltà a costruire una relazione affettiva soddisfacente perché continua a non manifestare le proprie emozioni. Nonostante la situazione esterna sia completamente cambiata e lui non abbia più bisogno di trattenere tutto dentro di sé, continuerà a farlo, convinto che quella sia la sua natura.

In realtà quello è solo un tratto della sua personalità, una strategia di comportamento che ha appreso da piccolo e che ha portato con sé poi tutta la vita. La personalità ci protegge, ma allo stesso tempo può diventare una prigione perché ci porta a ripetere come automatismi schemi comportamentali che in qualche modo ci sembrano essere l’unico modo che abbiamo di agire.

«Sono fatto così», «Non posso farci niente» sono frasi che diciamo spesso per giustificare il ripetersi di situazioni sempre uguali nella nostra vita. Freud la chiamava “coazione a ripetere” e un esempio tipico è il modo in cui alcuni costruiscono relazioni sentimentali sempre nello stesso modo e con persone sempre dello stesso tipo, per poi giungere sempre alla stessa conclusione fallimentare.


Se anche tu ti sei trovato in una situazione simile, la prima volta puoi aver detto: «Non era la persona giusta per me», se però la storia si ripete con un più persone sempre uguale, allora rifletti su questa considerazione. I tuoi comportamenti sono regolati da una sorta di pilota automatico, da un automatismo e tu non sei veramente libero di decidere perché sei imprigionato in uno schema sempre uguale a se stesso.

Il cuore è dunque la porta tra la nostra personalità e la nostra essenza, la parte più autentica. La personalità che pensiamo ci caratterizzi in modo assoluto è in realtà il risultato di tutte le difese a cui siamo ricorsi per proteggerci dal contatto con la realtà, quando questa diventava scomoda o difficile.

Aprire la porta del cuore è l’unico modo per accedere alla nostra essenza e non rimanere schiavi della nostra personalità. Questo può accadere se riusciamo a fare i conti con il demone fondamentale del cuore che è la paura del rifiuto e dell’abbandono, o in altre parole, la paura di non “essere abbastanza” e quindi di non sentirsi degni di essere amati.

Aprire lo spazio del cuore ci rende estremamente sensibili e quindi anche molto vulnerabili. Se esperienze passate dolorose ci hanno insegnato che è pericoloso aprirsi troppo, allora possiamo decidere di chiudere l’accesso ai sentimenti e diventa per noi più difficile accedere alle qualità essenziali del cuore.

La chiusura può portare all’aridità affettiva, all’isolamento emotivo e al cinismo, l’atteggiamento di chi non crede a niente e nessuno. Il cinico ha talmente paura di essere ferito nei sentimenti, che preferisce credere che essi non esistano o che non possano essere veramente autentici e spontanei.

Questa scelta ci protegge, ma, come ogni scelta difensiva di sopravvivenza, limita la nostra esperienza della vita.

Questo è vero per ogni livello e per ogni intelligenza, ma lo è in modo particolare per l’intelligenza emotiva evoluta, che è a tutti gli effetti la soglia di ingresso per le intelligenze superiori.

Un limitato accesso al mondo affettivo significa anche un limitato accesso alla creatività, all’intuizione e alla visione personale. Il naturale flusso energetico ascendente, descritto nella prima parte del libro, trova la strada chiusa e tende a bloccarsi ristagnando nei livelli inferiori.

I sintomi più evidenti di questo blocco sono l’assenza di relazioni significative nella nostra vita, o un certo livello di insoddisfazione o di freddezza nelle relazioni che abbiamo, ma anche, più in generale, la mancanza di passione e di entusiasmo per quello che facciamo nei diversi ambiti della vita.

Per permettere a questo flusso di riattivarsi, è necessario lavorare sullo spazio del cuore. Ancora una volta la consapevolezza è la chiave di volta. L’esplorazione psicologica delle esperienze che ci hanno portato alla chiusura è un elemento molto importante. Portare consapevolezza sul fatto che quello che crediamo di essere non dipende da ciò siamo veramente, nella nostra essenza, ma è solo il risultato di una situazione contingente su cui non abbiamo alcuna responsabilità ci permette di risvegliarci (Wake Up) e di poterci liberare da sentimenti infantili di colpa e di inadeguatezza (Grow Up) che bloccano la strada a un’esperienza nuova e creativa di sentimenti di amore e connessione (Show Up).

In altre parole, scoprire che non è colpa della tua inadeguatezza se tua madre e tuo padre non avevano sufficiente spazio emotivo perché nel frattempo la nonna si era ammalata e tuo padre aveva perso il lavoro, attiva dei processi di trasformazione interni che liberano energie bloccate e permettono di accedere a una gamma di sentimenti completamente nuovi.

Scoprire poi che non è neanche colpa loro ma delle contingenze della vita ti libera da un sentimento di rabbia inconscia che puoi avere proiettato senza volere sui tuoi partner per anni. Liberandoti dalla rabbia e dalla aspettativa inconscia che lo spazio emotivo del tuo partner prima o poi si potrebbe chiudere, così come era successo quando eri piccolo con i tuoi genitori, puoi finalmente entrare in relazione in modo completamente nuovo, con un’apertura mai sperimentata prima.


Contemporaneamente all’esplorazione delle cause, aiuta molto nutrire lo spazio del cuore portandovi attenzione costantemente. L’educazione ai sentimenti si nutre dei sentimenti stessi. Le principali fonti di educazione sentimentale sono, a nostro parere, di due tipi: da una parte abbiamo la produzione artistica, poetica e letteraria, dall’altra le pratiche spirituali legate all’intelligenza del cuore.


Non è un caso che tutte le culture, di tutti i tempi, di ogni luogo geografico abbiano coltivato questi due ambiti. Dall’inizio dei tempi, l’essere umano ha sentito il bisogno di generare strumenti per connettersi alla dimensione del cuore e l’arte e la ricerca dello spirito, con le sue varie forme e tradizioni, sono le due facce di una stessa medaglia, due strade avventurose che puntano alla stessa meta. Si tratta solo di scegliere la strada che sentiamo più vicina a noi e seguirla.

Il cuore e il flusso energetico libero

Il cuore e il flusso energetico libero

Per poter accedere alle tue migliori risorse devi aver sbloccato il livello emotivo evoluto, cioè l’intelligenza del cuore, perché è il cuore, con la sua stimolazione continua emotiva, che apre la possibilità a una visione più ampia di noi stessi e a una comprensione della realtà che va al di là della razionalità.

Non è possibile accedere all’intelligenza creativa del quinto livello e a quella intuitiva del sesto, se prima non hai aperto la porta del cuore, che garantisce il fluire delle energie dal basso verso l’alto, e permette il flusso della consapevolezza dall’alto verso il basso. Solo quando stai in uno stato di flusso energetico libero, infatti, i livelli inferiori sono in equilibrio e tu riesci a esprimere quello che avviene ai livelli superiori.

Così, ogni volta che sei “in flusso” il tuo livello bioenergetico fiorisce perché si attivano determinate caratteristiche neurofisiologiche, il cuore sente le emozioni e sei spiritualmente coinvolto. Questo lavoro di squadra vede le intelligenze allineate convergere verso una direzione precisa: la libertà di esprimere in maniera naturale, spontaneamente e senza sforzo, tutto quello che sei e che hai dentro. Stare in flusso significa infatti operare un processo di integrazione di tutto quello che fai tra i vari livelli che sono collegati e condividono intelligenze e risorse energetiche.

Nello stato di flusso tutto viene bene e non devi pensare a quello che stai facendo perché sei totalmente dentro l’esperienza. Mentre agisci esprimi la parte più alta e spirituale di te, passando da tutti i livelli. Lo fai in funzione di una creatività che senti ed esprimi al meglio, di una passione di cui sei consapevole, dando spazio alla capacità di fare scelte giuste con piacere, senza ansia.

Quando ti trovi in uno stato di flusso energetico libero, l’azione che intraprendi è l’espressione libera di quello che c’è dentro di te allo stato puro, senza resistenze e limiti. Agisci con una bassa attivazione mentale, non devi pensare a quello che devi fare, lo fai e basta in modo naturale e sai già come farlo. Se la porta del cuore è aperta, tutto questo può accadere liberamente e puoi accedere alle risorse straordinarie delle intelligenze superiori, quelle che ti rendono a pieno un essere umano.

Tratto dal libro BLOOM. Fiorire con le Intelligenze Evolutive​​