EMOZIONI: SCOPI EVOLUTIVI
L'INTELLIGENZA EMOTIVA EVOLUTA

EMOZIONI: SCOPI EVOLUTIVI
L'INTELLIGENZA EMOTIVA EVOLUTA

Apri il cuore

Apri il cuore

Avere un corpo e utilizzarlo al meglio, sperimentare reazioni emotive e assimilare la cultura del proprio ambiente di riferimento sono tutte cose molto importanti, ma pensare che queste esauriscano l’esperienza umana sarebbe veramente limitante.

In fondo qualsiasi altro mammifero è in grado di utilizzare le qualità delle intelligenze dei primi tre livelli. Certo, l’essere umano possiede un'intelligenza mentale estremamente sviluppata, ma finché siamo nel mentale inferiore lo è più in quantità che in qualità.

Diventiamo veramente umani solo quando ci apriamo alle qualità del cuore.

Tutte le tradizioni, infatti, affidano al cuore il ruolo di una porta, la soglia per accedere ai piani più alti, un vero e proprio varco che agisce come una cesura fondamentale su tutto il nostro mondo, perché apre nuove facoltà e ci permette di uscire dalla dimensione individuale ed egoistica per passare a una dimensione collettiva. L’intelligenza del cuore, detta anche intelligenza emotiva evoluta, ci consente di amare, stabilire una connessione profonda con l'altro o con qualcosa che è più grande di noi. Fino a che non si arriva al cuore, infatti, il nostro ego si comporta da protagonista cercando di occupare tutta la scena delle nostre emozioni. Il cuore invece dà il via a un processo trasformativo che permette di affrancarsi dalle logiche narcisistiche dell’ego.
Grazie all’intelligenza del cuore, infatti, costruisci relazioni che ti portano oltre te stesso, passi dall’Io al Noi, per arrivare a vivere esperienze relazionali più ampie come la coppia, il gruppo sociale, il sentirsi parte di una causa globale. Agisci in un’ottica più ampia, quello che fai non è solo per te ma è finalizzato a curare l’interesse del sistema di cui fai parte. Fai quello che fai perché senti che è la cosa giusta.

L’intelligenza del cuore è veramente molto importante perché permette di risolvere le difficoltà nei livelli più bassi. Se riusciamo ad accedere a questa intelligenza, infatti, diventa più facile assorbire i residui di rabbia, paura, tristezza, eccitazione che invece se non elaborati rimangono nel sistema attraverso tensioni di tipo emotivo, psicologiche o nel corpo sotto forma di infiammazioni, malattie.

Il cuore è dunque in grado di generare uno spazio di assorbimento emotivo. Fa un po’ da valvola di sfogo perché aprire questo spazio è come aprire il coperchio di una pentola a pressione: se alzi il coperchio il vapore sfuma via, se lo tieni chiuso si crea una pressione forte.

L’intelligenza del cuore è dunque un’intelligenza che apre lo spazio all’interno del quale tutti i residui emotivi possono essere processati e modificati. È un lavoro di tipo energetico che ha la capacità di accogliere tutto il resto, tanto che ci consente di perdonare, provare compassione e sperimentare la gratitudine.

È attraverso l’intelligenza emotiva evoluta che sperimentiamo i sentimenti: amore, devozione, amicizia, compassione, rispetto, accettazione di sé e degli altri, orgoglio, speranza e anche malinconia, colpa, nostalgia, delusione. Se l’intelligenza emotiva primaria ci permette di sentire le reazioni emotive di base, l’intelligenza emotiva evoluta ci connette con tonalità affettive che hanno una qualità completamente diversa.

Grazie al lavoro del cuore le percezioni emotive vengono inserite in un quadro più ampio. Pensa ad esempio a quando litighi con qualcuno a cui vuoi bene: se ti limiti al secondo livello, quello emotivo primario, ti arrabbi e urli; se però ti connetti con la relazione al livello del cuore e ti ricordi quale legame ti lega a chi hai di fronte, allora tutto quello che è successo trova una collocazione diversa e viene ridimensionato e reso meno potente. Ma per farlo bisogna accedere a questo livello, cioè bisogna aprire il cuore.

Come abbiamo visto, spesso alcune emozioni sono considerate negative e spiacevoli, per cui le neghiamo o le rifiutiamo. Ci chiudiamo per evitare di sentire davvero quello che accade dentro di noi. Aprire lo spazio del cuore, invece, ci consente di sentire anche un’emozione spiacevole, ma di trasformarla in energia. In questo modo si crea una correlazione diretta tra livello emotivo primario (intelligenza emotiva) e livello emotivo evoluto (intelligenza del cuore) perché l’uno alimenta l’altro.

La nostra salute emotiva dipende proprio da questa connessione: se questo canale di comunicazione tra il livello più alto e quello più basso funziona, tutto viene processato e le emozioni non ci si attaccano addosso. Se invece il livello del cuore è bloccato, rimane bloccata nel sistema anche l’energia emotiva primaria e si crea un sovraccarico che ci appesantisce, ci toglie spazio, determina il modo in cui noi vediamo il mondo e i nostri pensieri.

Pensa per esempio a cosa succede quando vivi una relazione di coppia mosso dalla paura di non essere amato: ti senti – e quindi agisci – in un modo che avrà conseguenze sulla qualità del rapporto. Stiamo assieme da tanto tempo, ci conosciamo benissimo, sappiamo tutto l’uno dell’altro, abbiamo amici in comune, viaggiamo, eppure possiamo non essere felici. Altra cosa è invece vivere una relazione di coppia mossi da un amore consapevole che si muove lungo tutti i livelli energetici. Questo ti porta naturalmente a prenderti cura del partner, a lasciare che l’altra persona si prenda cura di te, e a creare un universo in cui si agisce in favore di qualcosa di più grande dei rispettivi limiti personali e dell’approvazione del gruppo sociale in cui si vive.

Molto probabilmente, però, il modo in cui affronti la tua relazione ha a che vedere anche con ciò che hai imparato sulle emozioni da piccolo e quindi sui condizionamenti che hai ricevuto. La capacità di amare e di entrare in relazione profonda riguarda naturalmente le relazioni che instauri con gli altri, ma in primo luogo riguarda la relazione che sei in grado di avere con te stesso.

Se hai avuto un’esperienza di crescita caratterizzata dalla sensazione di essere amato, ascoltato, accettato per quello che sei, avrai probabilmente sviluppato la convinzione che sei degno di amore e di attenzioni. Questo ti renderà più facile dirigere il tuo amore verso te stesso e aprirti a esperienze di amore verso un’altra persona. Se invece sei cresciuto sentendo che non c’era per te la disponibilità e l’affetto che avresti desiderato, il dolore generato dalla percezione della carenza di amore può averti portato a sentirti “non abbastanza” da essere amato. Cioè a considerarti responsabile di quella carenza, in quanto non sufficientemente meritevole dell’amore che ti aspettavi. Questo dolore porta a chiudere in parte o del tutto il canale dell’intelligenza emotiva evoluta.

Per quello che abbiamo potuto osservare in tanti anni di lavoro con le persone, questa percezione di non “essere abbastanza” si collega a una carenza nella presenza emotiva nell’ambiente familiare. Naturalmente questa dinamica si attiva al di là delle intenzioni consapevoli delle persone coinvolte, in particolare dei genitori, che nella nostra esperienza fanno sempre il meglio che possono per far sentire amati i propri figli.

Ciò nonostante i motivi che possono portare a questa situazione sono innumerevoli e possono essere sia di ordine pratico, come la nascita di un fratello, difficoltà economiche o di salute, condizioni di lavoro molto impegnative, un conflitto relazionale tra i genitori, ma anche di ordine psicologico, perché i genitori potrebbero loro stessi non avere un buon accesso alla dimensione affettiva e pur sforzandosi di fare il meglio trasmettono al bambino una sensazione di aridità affettiva o di non presenza.


Il risultato, in tutti questi casi, è sempre lo stesso: una ferita nella dimensione affettiva che comporta da una parte la chiusura parziale o totale della dimensione emotiva evoluta, dall’altra una serie di convinzioni profonde, spesso inconsce, su ciò che pensi e senti di essere.

In queste condizioni, per riuscire ad aprire di nuovo il cuore, è importante quindi che tu sappia distinguere tra ciò che definisce la tua essenza e ciò che invece determina la tua personalità.

Tratto dal libro BLOOM. Fiorire con le Intelligenze Evolutive​​